Erre settembre 2016 - page 26

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IMPAGINAZIONE
Luciano Bonvecchio
Elisa Vinciguerra
TESORIERE
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FOTOGRAFIA
Michele Paris
STAMPA
Grafiche Dalpiaz srl Ravina - TN
Registrazione Tribunale di Trento
N° 649 del 7/8/1989
Distribuzione gratuita
Trimestrale di informazione e cultura
di Ravina e Romagnano - (Tn)
INIZIATIVA EDITORIALE:
Associazione Culturale Erre
R.S.Marco, 27 Ravina 38123 TN
2
e - m a i l : p o s t a @ e r r e - e r r e . n e t
C
ari ravinotti, chi vi
scrive è uno di voi,
uno della bassa
San Marco.
In questi giorni è probabi-
le che mi abbiate visto per
le strade del paese, ma
mentre stavo scrivendo
queste righe in realtà mi
trovavo ancora in Myan-
mar (ex-Birmania) inten-
to a concludere i quasi
tre mes
mi
hanno portato a scoprire
gran parte del sud-est
asiatico.
“Ma sa elo na a far po’
zo per le asie?!” si starà
chiedendo qualcuno di
voi. Ecco perché la reda-
zione di ERRE mi ha chie-
sto di raccontarvi la mia
avventura.
Verso metà Marzo, mi sono
unito in qualità di tecni-
co alla produzione della
17sima edizione del pro-
gramma televisivo “Over-
land”, che è andato in onda
in seconda serata dallo
scorso 14 Luglio su Rai 1.
Il mio ruolo era quello di
dare assistenza all’ope-
ratore video, di registrare
l’audio durante le inter-
viste e, la sera a riprese
finite, quello di riordina-
re tutte le immagini fatte
durante la giornata, per
poi inviarle in Italia per-
mettendo ai colleghi di
iniziare già il montaggio
delle puntate.
Con una sveglia tra le
6 e le 8 di mattina, ogni
giorno iniziava in un po-
sto differente, attraver-
so Thailandia, Malesia,
Cambogia e Myanmar.
Ci si lavava velocemente,
si preparava l’attrezzatu-
ra, una colazione al volo e
poi di corsa sui mezzi per
percorrere qualche chilo-
metro alla ricerca di nuo-
vi posti, nuovi paesaggi e
nuove persone da incon-
trare.
Stando sempre in con-
tatto radio, quando qual-
cuno avvistava qualcosa
di interessante, lo comu-
nicava agli altri. I nostri
fuoristrada si fermavano
il prima possibile e poi di
corsa si scendeva, io im-
bracciavo il cavalletto e la
borsa con tutta la nostra
attrezzatura e seguivo il
cameraman pronto ad
ogni sua richiesta.
Il clima non era dalla no-
stra, tante volte le batte-
rie della telecamera si
rifiutavano di funzionare
per via del troppo caldo.
Anche a noi sarebbe pia-
ciuto fermarci ogni tanto,
ma i ritmi di produzione
erano serratissimi e poi,
sinceramente,
c’erano
così tante cose belle da
vedere che riuscivano a
farci mettere da parte la
sofferenza e continuare
con il nostro lavoro.
Sul cibo non mi sono mai
tirato indietro, ho man-
giato proprio di tutto: topi,
ragni, formiche, serpenti,
coccodrilli, scorpioni; e
devo ammettere che era-
no tutti molto buoni.
Alla fine della giornata si
arrivava sempre in un po-
sto nuovo, se eravamo for-
tunati si trovava qualche
albergo, altrimenti tramite
le nostre guide si cercava
ospitalità presso qualche
abitante del posto.
Le notti passavano veloci,
si dormiva il giusto per
ricaricare le batterie e
poi via di nuovo. Giornate
di riposo non ce ne sono
state, e devo ammette-
re che sono arrivato alla
fine parecchio stanco ma
allo stesso tempo molto
soddisfatto. Ho imparato
tanto dalle persone che
ho incontrato e anche dai
miei colleghi, più grandi
di me e con molta espe-
rienza.
Concludo consigliando-
vi di visitare il sud-est
asiatico, in particolare il
Myanmar che mi ha mol-
to colpito e merita vera-
mente tanto!
Con immutata stima,
Emanuele Girardi
in viaggio con Overland
racconto di emanuele girardi
Una donna Kayan (Foto Filippo Tenti)
La troupe in Myanmar
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