PER LA PUBBLICITÀ
Adriano Dallago Tel. 0461 - 912720
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PRESIDENTE
Mauro Di Valerio
DIRETTORE RESPONSABILE
Michele Ianes
REDAZIONE
Luciano Bazzanella -Luciano Bonvecchio
Vanda Brunelli - Adriano Dallago
Mauro Di Valerio - Michele Ianes
Fabio Lazzeri - Alessandro Paris
Anna Viganò - Michele Viganò
IMPAGINAZIONE
Luciano Bonvecchio
Elisa Vinciguerra
TESORIERE
Giannina Cont
FOTOGRAFIA
Michele Paris
STAMPA
Grafiche Dalpiaz srl Ravina - TN
Registrazione Tribunale di Trento
N° 649 del 7/8/1989
Distribuzione gratuita
Trimestrale di informazione e cultura
di Ravina e Romagnano - (Tn)
INIZIATIVA EDITORIALE:
Associazione Culturale Erre
R.S.Marco, 27 Ravina 38123 TN
2
e - m a i l : p o s t a @ e r r e - e r r e . n e t
S
ette famiglie scappa-
te dalla città siriana di
Homs sono ospitate da
marzo 2016 presso villa S. Ni-
colò a Ravina
(nella
foto
).
Le 29 persone (di cui 14 con
meno di 7 anni) provengono
dal campo profughi di Tel Ab-
bas sul confine libanese, dove
sono rifugiate dal 2012.
Il progetto di solidarietà in-
ternazionale, promosso dalla
Comunità di S. Egidio e dalla
Chiesa Valdese italiana, ha
trovato piena disponibilità da
parte della Provincia auto-
noma di Trento, Arcidiocesi
di Trento, Caritas, Comunità
Solidale e Cinformi. Queste
famiglie fanno parte di un
gruppo complessivo di 72 nu-
clei, pronti a prendere la via
del mare o dei Balcani e ri-
schiare la propria vita e quel-
la dei loro figli per scappare
dalla guerra in Medio Oriente
e per questo accolti in Italia
(grazie alla recente apertura
Siriani a villa San Nicolò
di un corridoio umanitario)
e suddivisi tra Trentino-Alto
Adige, Emilia Romagna, La-
zio e Piemonte.
Il progetto approvato dal
Consiglio provinciale di Tren-
to nel dicembre 2015 prevede
il rapido riconoscimento di
status di rifugiati.
Soltanto in Libano vivono at-
tualmente oltre un milione
e mezzo di profughi siriani.
Homs contava 800.000 abi-
tanti ed era la terza città del-
la Siria per numero di abi-
tanti. È stata teatro dei primi
scontri della guerra civile sin
dalla primavera del 2012 ed
appare oggi per la maggior
parte dei suoi quartieri come
uno spettrale e infinito cu-
mulo di macerie.
Per queste famiglie ci sarà
finalmente la possibilità di
lenire le ferite di una lunga
guerra e provare a ricostru-
ire la propria vita in Tren-
tino.
A. P.
Non lasciamoci
rubare la gioia
della speranza
La frase l’ho rubata a papa
Francesco: nella sua esortazio-
ne “La gioia del Vangelo” ripe-
te più volte, come un leit-motiv:
non lasciamoci rubare la gioia
dell’annuncio, della solidarietà,
della condivisione…
E’ un augurio, ma anche un im-
pegno. Non lasciamoci rubare
la gioia della speranza per re-
sistere a questa atmosfera pe-
sante e viziata che ci vorrebbe
tutti cinici, smaliziati, praticoni
terra terra, senza ideali e senza
slanci…. tristi, insomma.
La gioia della speranza! La
convinzione che sperare non
vuol dire essere ingenui o tonti,
che si può sperare ed essere
realisti e concreti, e che solo se
si nutrono speranze queste si
possono realizzare.
Sperare che il bene c’è, che
continua a germogliare, nono-
stante tutto.
Potrebbe sembrare una bella
favola, se non fosse per quella
tomba aperta e vuota.
Buona Pasqua.
Don Gianni
CENA DEI POPOLI
Una cena diversa per capire
le diseguaglianze
È
stata una cena diversa dalle altre quella di domenica
6 marzo all’oratorio di Romagnano proposta da alcuni
ragazzi del gruppo giovani in collaborazione con un
gruppo di Mori.
Alle ottanta persone presenti in sala è stata assegnata una
carta d’identità che ha suddiviso i commensali nelle etnie delle
diversi parti del mondo. Solo otto di loro (10%), essendo ricchi,
hanno potuto cenare seduti a tavola con tutti i comfort. Le altre
72 persone sono state divise in poveri e poverissimi i quali
hanno meno di un dollaro al giorno per sfamarsi.
Sedute a terra si sono dovute accontentare di mezzo cucchiaio
di riso o anche meno, potevano bere da un pozzo in mezzo alla
sala e hanno “voluto” scambiare le loro risorse (frutta) con armi
per combattere.
All’arrivo del buon appetito le reazione sono state diverse,
alcuni poveri sono andati a saccheggiare il tavolo dei ricchi, altri
a chiedere la carità e altri ancora a recuperare il cibo avanzato
e buttato dai ricchi nei bidoni. Alcuni ricchi sentendosi a disagio
sono andati per alcuni minuti a condividere il loro cibo con chi ne
aveva meno ma tornando poi al loro posto.
Finita la cena c’è stato tempo per esprimere le proprie
sensazioni ed emozioni, sono stati numerosi gli interventi
stimolanti per portare ad un cambiamento sincero partendo dal
proprio metro quadro.
Alcuni ragazzi hanno poi pensato di riproporre la stessa attività
nella loro scuola durante l’assemblea d’istituto. Aiutati da
alcuni animatori hanno organizzato una merenda dei popoli che
ha avuto un grande successo.
Esseregiovanivuoldiretenereapertol’oblòdellasperanza,anche
quando il mare è cattivo e il cielo si è stancato di essere azzurro.
(Bob Dylan)